La nostra intervista, anche per comprendere il suo libro Dimenticare…
Diciamo subito che olvidar è una parola di spagnola che possiamo tradurre come dimenticare ..
In un momento così strano e triste come quello che stiamo attraversando, mi arriva un libro come Dimenticare e subito vado alla ricerca di chi sia l’autrice, anche perchè sono rimasto colpito dalla dedica che mi ha fatto… Con la reverenza verso un “vero” scrittore e critico, con l’augurio che una spiccata sensibilità che lo contraddistingue, faccia trovare piacevole la lettura di queste pagine. E’ la parte più vera di me… la tratti con cura!
Olvidar – Dimenticare è l’autobiografia di Yulla, una donna dalle mille sfaccettature, nota nel showbiz, pronta a donare al suo pubblico una parte di sé fino ad ora celata. L’artista ci invita ad avvicinarci al suo mondo, anche grazie ad un minuto e 13 secondi di un filmato in cui si racconta. Andate a vederlo (cliccando qui) e poi potete immergervi nel veloce scambio di battute che ho avuto con lei…
– Buongiorno Yulla e parliamo di Dimenticare, il tuo libro: come lo descriveresti?
Se dovessi descrivere il mio libro lo definirei vero, vivo, sincero. Il mio manoscritto è un percorso personale, un viaggio che mi ha condotto fino a qui. E’ la mia vita, come si evince leggendolo. Ma rappresenta, credo, la vita di molte persone. C’è chi si rispecchierà nel rapporto con la famiglia, chi negli aspetti più crudi legati alla perdita di persone amate, chi ancora potrà rivedersi nel viaggio attraverso quel mondo ignoto che alcuni di noi sentono più “vivo” di altri. Mi piace pensare che Olvidar – Dimenticare non sia solo la mia biografia ma che sia anche quella di altre persone sparse qua e là per il nostro splendido pianeta.
– … ed invece come presentare Yulla? Intendo da un punto di vista artistico..
Yulla è una donna, madre e artista. Mi piace crescere, sperimentare, imparare, scoprire. Sono curiosa e caparbia. Amo le sfide e adoro vincerle o, perlomeno, perdere (se proprio devo) combattendo fino alla fine. Non accetto di buon grado i NO. Odio che mi si dica “stai calma” (non fatelo mai). Sono una donna “normale” sempre che si possa definire un canone di normalità. Sono quella che passa tre ore in bagno a prepararsi per una serata ma sono anche la stessa che va al supermercato in tuta e capelli raccolti. Mi piace apparire ma non sono vanitosa. Sono precisa, puntigliosa e molto autocritica. Sono in continua evoluzione. Mi piacciono le contaminazioni, la musica (ovviamente) e la vita.
– Se ti volti attorno, vedi un mondo popolato da quale maggioranza? Menefreghisti, fattucchiere, passionali o asettici?
Se mi guardo attorno vedo un mondo popolato da tante persone diverse, ognuna con il suo vissuto e la sua storia. Vedo tanto menefreghismo, ma allo stesso tempo mi accorgo anche di tanta gente che lotta assiduamente per ciò in cui crede. Ci sono tanti ciarlatani, in ogni settore, ma anche altrettanta gente che potrebbe scrivere saggi da quanto “ne sa” e magari fa meno “rumore” pubblico. Vedo la passione, quella vera, e chi non si emozionerebbe nemmeno il giorno del proprio matrimonio. Il mondo è vasto, così come la mente, i pensieri, le emozioni, il vissuto, le opinioni. Ciò che non tollero e mai accetterò sono le violenze ingiustificate, la cattiveria, gli abusi, i maltrattamenti. Eliminerei tutto ciò dal mondo ed è proprio questo, che se incontro sul mio cammino, non perdono e combatto. Il resto sono colori che fanno parte di un mondo popolato da persone diverse e tutte a modo loro bellissime ed interessanti.
– Cosa speri verrà detto su Dimenticare? Quali giudizi ti aspetti?
Spero venga detto che trasmette emozioni. Negative, positive. Felicità, rabbia. Non importa. Purché siano emozioni. Mi dispiacerebbe molto se il lettore al termine si sentisse indifferente. Sono pronta alle critiche, di ogni tipo. Quando ho deciso di scrivere questo libro ho decretato fosse il “mio momento” per mettermi a nudo, l’ho fatto per me, prima di tutto e sono felice di averlo fatto, ed in secondo luogo per mostrare al mio pubblico una parte di me sconosciuta. Ad oggi pertanto la mia speranza è solo che il mio libro risulti vivo, vero ed emozionante.
Sono 236 le pagine in cui si compone questa autobiografia: quello che ne esce è che ci troviamo di fronte ad una donna ed il resto della sua attività è quasi un contorno, ma il pregio di questo libro è l’essere colmo di vita, emozioni e financo di dolore.
Non è un romanzo, ma una semplice raccolta di pagine di un variegato diario, dove i ricordi (ed alcune riflessioni) ci aiutano a meglio comprendere la sua complessa convivenza con la sfera del paranormale e del mistero. Passare dal libro al suo sito è un viaggio obbligato: rimani spiazzato nel vedere quelle belle foto, ma non cogli appieno che dobbiamo anche parlare di una sensitiva e medium. Questa biografia ha passaggi crudi, violenti, angoscianti che possono anche aumentare l’adrenalina in corpo, ma diventa divertente nel momento in cui capisci che vi è il tentativo di sfatare il mito vox populi che le streghe vivono segregate in case buie, girano con cappelli a punta ed hanno imbarazzanti nasi aquilini.
Anche se potrebbe essere la traccia per realizzare un film, non dimentichiamoci che è un diario: quindi va trattato con rispetto e cura… così come la stessa Yulla mi ha scritto nella dedica.
Intervista realizzata da MusicalNews