Abbiamo intervistato per voi Yulla, una donna eclettica e sfaccettata, ma soprattutto un’artista a tutto tondo, cantante, scrittrice, produttrice: ecco cosa ci ha rivelato.
Le parole di Yulla
Yulla, partiamo subito dal tuo libro Olvidar “Dimenticare”.
Olvidar “Dimenticare” è la mia prima opera letteraria, un’autobiografia, un percorso, una direzione. Scrivere un libro autobiografico è un progetto che avevo in cantiere da un po’ di anni, mi serviva giusto il tempo di finirlo, la giusta ispirazione, la voglia di mettermi a nudo completamente e, forse, in parte la maturità per farlo nel modo giusto. L’ho scritto pensando che fosse importante, a questo punto della mia carriera, donare a chi mi segue da anni una visione di me differente, più intima, più vera.
Inevitabile chiederti come sia stato approcciarti alla scrittura di un libro, visto che nasci come cantante e compositrice.
Non sono una scrittrice professionista, pertanto mettere in ordine i pensieri, le idee, il vissuto, le emozioni da trasmettere, molti anni di vita riassunti in circa trecento pagine, definendo cosa comunicare e come farlo, è stato sicuramente un notevole lavoro interiore e un grande impiego di energie e tempo. Ovviamente sono stata affiancata da professionisti che hanno accompagnato ogni passo della mia creazione, ma dal punto di vista emotivo ho dovuto ripercorrere ogni momento, ogni frame, ogni sensazione. Come si può evincere leggendo il libro, ho utilizzato per la stesura parti dei diari che conservo fin da quando ero bambina. Li ho riletti davvero, ho ripercorso ogni giornata della mia vita. Alcuni episodi li ricordavo come fossero attuali, altri mi sono emozionata nel rileggerne i particolari. Per me, emotivamente, è stato davvero un gran lavoro e spero che venga apprezzato.
Dicevamo, cantante e compositrice: in quale delle tante attività che svolgi ti senti più a tuo agio e perché?
Mi sento a mio agio in tutte, mi piace essere tante cose, mi piace cambiare, variare. Yulla è la cantante che sale sul palco in abiti succinti e fa saltare la folla durante i live. La donna “d’affari” che in ufficio la mattina presto si mette gli occhiali e firma contratti importanti. Yulla si infila una tuta e va in studio di registrazione per giornate infinite di prove e mastering ed è la stessa che si mette sola su un divano per ore a cercare le giuste strofe da scrivere ripetendo e ri-ascoltando milioni di volte le stesse note. Ultimamente è stata anche quella che ha passato mesi con davanti un computer a scrivere la storia della sua vita. Sono sempre io. Tanti aspetti di me, tutti i lati che mi compongono e che rendono la mia vita piena ed eccitante.
Visto il difficile periodo che stiamo vivendo, hai scelto di rimandare l’uscita del tuo nuovo album. Cosa dobbiamo aspettarci?
Ho scelto di rimandare l’uscita dell’album all’inizio dell’estate, confidando che la situazione migliori definitivamente e che si possa tornare a una parvenza di normalità. Cosa dovete aspettarvi? Di tutto, come sempre. Aspettatevi di ballare, di cantare, di innamorarvi, ridere e piangere. Sarà un album vivo, caldo anzi… Caliente!
A te piace molto provocare e divertirti con la tua immagine: quanto conta l’aspetto per chi fa arte?
Credo che l’aspetto non dovrebbe essere fondamentale per chi fa arte, non questo tipo di arte perlomeno, ci si dovrebbe esprimere con la musica, con la voce, non essere modelli. Altrettanto vero, però, è che conta molto, soprattutto per le nuove generazioni, non tanto la bellezza, ma il personaggio. Questo sì. Se sei un cantante, non bastano più solo le tue canzoni, quelle le ascoltano in pochi se non sono accompagnante da un video pieno di donne in bikini e da foto ammiccanti sui social. Mi piace giocare con la mia immagine, provocare, mi diverto, però scrivo musica perché la gente possa ascoltarla e provare emozioni, non per mostrare il mio seno al mondo.
Scaviamo un po’ più nel profondo: chi è Yulla?
Cosa volete sapere più di quanto non sia stato già scritto in 300 pagine appena pubblicate? (ride, ndr). Sono una donna “normale”, lo dico sempre e continuerò a farlo. Sono una madre, sono una cantante, sono una batterista, sono la “mamma” di tre cani, un coniglio e tanti pesciolini. Ho una casa, un cortile, tante cose da fare che mi occupano tutta la giornata. Un po’ come tutti. Mi reputo una donna fortunata, ho vissuto molte cose negative, le ho superate. Ho una vita che mi appaga, un lavoro che amo. Coltivo passioni, leggo, studio, sperimento. Sono curiosa, impertinente, a volte, e spesso molto provocante. Il resto… lo leggerete sul mio manoscritto, spero!
Il periodo di quarantena è stato certamente faticoso: come hai occupato il tempo?
Per mia fortuna la mia attività non si ferma mai. Ho messo in attesa i live, le uscite, le promozioni, ma non ho smesso di lavorare, registrare, creare, scrivere. Ho progetti nuovi, nuove attività, nuovi settori. Sono sempre in movimento, anche se in casa.
Facciamo un gioco. Se tu fossi un colore, quale saresti?
Se fossi un colore sarei il verde smeraldo, la speranza, l’ottimismo il mio lato positivo “nonostante tutto”.
Se fossi un libro?
Se fossi un libro, beh, sarei ovviamente OLVIDAR “Dimenticare”!
Un fiore?
Se fossi un fiore sarei una margherita perché è semplice, è rock, come me.
Una città?
Se fossi una città sarei Heidelberg, in Germania, perché apprezzo decisamente la rigidità, la pulizia, i confini definiti, squadrati, ordinati.
Apriamo la borsa di Yulla: cosa non deve mancare mai?
Nella borsa di Yulla non deve mancare mai uno o due pacchetti di chewing gum, fedeli compagni di vita, qualche trucco per ricomporsi all’occorrenza, anche se non ne uso molti, gli occhiali da sole, grandi e molto scuri, senza i quali non posso affrontare la luce, biro, mollettine, fazzolettini. E poi… sono una donna, nella borsa ho più accessori che in tutta la casa, se guardate bene ci trovate anche il mio ex! (ride, ndr)
Concludiamo così: il nostro magazine si chiama DonnaPOP e, per noi, il termine POP rappresenta qualcosa di bello, entusiasmante, accattivante. Cos’è per te POP in questo momento della tua vita?
In questo momento per me POP è ricevere i messaggi di amici e fan che mi inviano le loro impressioni sul mio libro dopo averlo letto, mi emoziono. Trovo che sia POP l’attesa prima di tornare finalmente su un palco, nel mio mondo, a casa. In ultimo, forse dettato anche da questo periodo difficile per l’umanità e molto introspettivo, credo che sia molto POP svegliarsi ogni mattina e affrontare una nuova onda, a testa alta, solare, sicura, entusiasmata dalla vita. Viva.
Intervista realizzata da DONNA POP