Disponibile dal 9 aprile scorso il primo libro dell’autrice e compositrice Yulla. Olvidar Dimenticare è la sua voce cruda e sincera
Un’autobiografia densa di contenuti e vissuto; ricerca interiore, introspezione e timori: consapevolezze e successi. Tra luce ed ombra: tra la musica – perno e fulcro della sua carriera – e la sua stessa, palpitante, esistenza. Un’esistenza fatta di consapevolezze pagate a caro prezzo; un’esistenza piena di passione, abnegazione e duro lavoro. Tutto questo e molto altro nel libro Olvidar (Dimenticare): un libro che segna l’esordio letterario di Yulla.
Come già detto, la musica è probabilmente uno dei temi centrali dell’autobiografia: cantante e compositrice di Ce l’ho qua, Narcotizzata e del provocatorio I’m a Cougar. La musica è per Yulla una costante: manager e socia per l’etichetta Stranisuoni, poi produttrice dell’album Nella fretta dimentico per Federico Poggipollini (chitarrista della band di Luciano Ligabue). Batterista, manager, produttrice ed anche collaboratrice di Warner Chappel Music Italia. Dal 2007 in avanti collabora a numerose iniziative musicali con artisti di varia estrazione artistica: Luca Anceschi, El Gato Dj e Ge Morales; parallelamente manda avanti anche i suoi progetti solisti. Nel biennio 2018/19 è la volta di No te amo: un brano reggaeton composto in lingua spagnola che vede anche la partecipazione del ballerino cubano Kiki Aguero e del rapper Moreno.
Buongiorno a tutti voi e grazie per esservi interessati al mio libro. Olvidar “Dimenticare” parla di una bambina e di tutte le difficoltà che ha avuto nell’affrontare una vita dopo la morte della madre, parla di una ragazza innamorata che perde l’uomo della sua vita, parla di una donna che, come tante altre donne, affronta ogni giorno una vita complessa, dura, profonda. Questo libro parla di vita, morte, speranza, spiritualità, parla di me. Di ogni aspetto di me.
Le tue ricerche interiori ti hanno portato a conoscere te stessa e ciò che sentivi davvero. Hai mai avuto paura di ciò che avevi dentro? E cosa ti ha aiutato ad andare avanti?
Quello che avevo dentro e che tutt’ora ho dentro mi accompagna da sempre, è parte di me. Ci sono stati momenti difficili è innegabile. Momenti in cui vedevo più oscurità che luce intorno a me. Ho avuto spesso paura, ho cercato per molto tempo di reprimere e tenere tutto “sotto controllo”. Poi mi sono lasciata andare, ho affrontato i miei demoni ed è iniziata una sorta di “convivenza pacifica”. Ognuno nella vita ha i suoi “demoni” e credo che per andare avanti, in ogni circostanza, anche quando la vita è dura, quando non ce la fai più, quando ti sembra di lottare invano ci voglia sempre molta forza e coraggio. La mia forza è stata l’amore: quello per mia figlia, quello per l’uomo della mia vita, quello per i miei cani, per la musica. L’amore per la vita.
A leggere la tua biografia viene da pensare che la musica rappresenti per te quasi una vocazione. Autrice, compositrice, manager e batterista! Come nasce la tua passione per la musica? Questa ti ha mai aiutato ad affrontare i tuoi ‘doni scomodi’?
La musica per me è la vita, È l’aria che respiro ogni giorno per sopravvivere. La mia passione nasce con me, la sento da sempre. Ha cambiato forma, aspetto, direzione. Mi ha avvicinato dapprima a uno strumento musicale, in tenera età, la batteria. Ha proseguito con il canto, la stesura di brani, la discografia. Un percorso lunga una vita fatto di musica, note, parole, concerti, album, promozioni, tour che mi ha sempre aiutato nei momenti bui. Credo che la musica abbia il potere di far soffrire, di far piangere, di far gioire e ridere, di rilassare. La musica è potere e per me è sempre stata un “analgesico naturale” contro il dolore e le sofferenze. La musica rapisce la mente.
Si è parlato molto del fatto che Olvidar “Dimenticare” sarà anche il titolo del tuo prossimo album. Si tratta di una coincidenza, o ci sarà una certa continuità con la trama biografica?
Il progetto originale di Olvidar “dimenticare” doveva essere rappresentato da un cofanetto contenente album e libro, l’uno parte dell’altro. Due parti di un unico progetto editoriale-musicale che rappresenta in pieno la mia carriera, il mio percorso, le mie crescite, le sfide, le vittorie e le sconfitte. L’album rappresenta la parte di me più spensierata, quella che ha voglia di vita, di musica, di ballare a piedi nudi sulla spiaggia, la parte più istintiva. Conterrà dieci brani di cui sette inediti ed i tre singoli usciti negli ultimi due anni. I due sono strettamente legati, l’uno parla nell’altro, si “esprimono” insieme. Sono incatenati. Il libro è la parte più cruda, vera e sentimentale, emotiva. L’album è la gioia, l’allegria, la spensieratezza, la vita che continua “nonostante tutto”. Purtroppo questo momento sta mettendo a dura prova l’umanità intera e giustamente alcuni settori sono totalmente fermi. Per questo motivo ho deciso di ritardare la promozione dell’album e di “separare” quello che inizialmente era un unico progetto. Spero che la situazione migliori, che tutto ritorni alla normalità e che si possa al più presto ricominciare a pensare anche alla musica, al divertimento e alla voglia di vita e di allegria. Confido perciò di iniziare la promozione entro l’estate. Che dire, incrociamo le dita!
Quale fase della tua carriera musicale ti ha dato, in assoluto, più soddisfazione? E perché?
Avendo intrapreso molte strade nella mia carriera onestamente non trovo una fase unica da raccontarvi. Posso raccontarvene alcune, quelle ho più impresse nella memoria. Come musicista una delle soddisfazioni maggiori è sicuramente stata il poter calcare palchi importanti a fianco di nomi di rilievo del panorama musicale, grandi amici e colleghi come Federico Poggipollini (chitarrista di Ligabue) con il quale ho collaborato a lungo anche per la produzione di testi e album. Come cantante i ricordi più nitidi li ho durante i Live, quando vedi e senti la folla coinvolta dalla tua canzone, dalla tua energia. Quando ti rendi conto che la tua musica sta trasmettendo al pubblico esattamente quello che volevi trasmettere. Un’emozione indescrivibile. Irripetibile, ogni volta mi lascia senza fiato. Non tutti i musicisti, nell’intero arco di un’esistenza, hanno la fortuna di poter vivere ciò che ho vissuto io nella mia, ricca, folle e variopinta vita. Mi ritengo molto fortunata.
Pensi che l’esordio letterario possa in qualche modo spingerti a scrivere nuovamente in futuro? Se sì, di cosa scriveresti?
Nella vita il mio motto è “day by day” perciò…tutto può essere. Ora, in questo momento preciso, non penso di dedicarmi nuovamente alla scrittura in tempi rapidi. Mi reputo una persona passionale, istintiva, impulsiva. Potrei svegliarmi domani mattina con la voglia di scrivere un romanzo sulla sfera del paranormale, sulla mia passione gli animali o qualunque altra cosa mi faccia sentire viva. Chi lo può sapere? dovrete continuare a seguirmi per scoprirlo!
Intervista realizzata da L’Opinionista